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Risk Management e prevenzione Il parere dell'esperto
Published on 12 Gennaio 2024 Modificato il 12 Gennaio 2024
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NORA, cos’è l’anestesia fuori dalla sala operatoria e in cosa consiste

La pratica dell’anestesia al di fuori della sala operatoria è oggetto di crescente attenzione, con richieste di normative più rigorose per garantire elevati standard di sicurezza e qualità. Un elemento chiave in questo scenario è rappresentato dalla Non Operating Room Anesthesia (NORA), che consente procedure anestesiologiche in ambienti diversi dalla sala operatoria, riducendo lo stress fisico e psicologico ed ottimizzando il flusso dei pazienti in termini organizzativi ed economici.

Giansaverio Friolo, clinical risk manager di Relyens in Italia e membro della società scientifica SIAARTI, evidenzia la carenza di protocolli normativi specifici e sottolinea l’importanza di un approccio proattivo all’ottimizzazione delle pratiche sanitarie.

Anestesia fuori dalla sala operatoria, quali sono i requisiti di accreditamento per le sale operatorie

L’anestesia al di fuori della sala operatoria è una pratica che si inserisce in un campo intricato, influenzato da variabili legislative e organizzative che delineano il panorama sanitario.
Nel cuore di questa complessità si colloca l’accreditamento istituzionale che definisce i requisiti strutturali e organizzativi per ospedali pubblici e privati accreditati.

I requisiti da soddisfare sono estremamente stringenti e mirati a garantire elevati standard di qualità e sicurezza, senza lasciare spazio a interpretazioni.

I requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi per l’esercizio delle attività sanitarie, sia nelle strutture pubbliche che private, sono regolamentati a livello nazionale dal D.lgs. 502/92 e dal DPR del 14 gennaio 1997 e s.m.i., integrati dalle disposizioni regionali e nel rispetto delle linee guida emanate dalle Società Scientifiche di riferimento, come previsto dall’art. 3 comma 1 della Legge 189 dell’8 novembre 2021.
La sala operatoria si configura, pertanto, come un ambiente di estrema precisione normativa, dove il rispetto assoluto delle regole costituisce il prerequisito fondamentale per l’accesso e l’esecuzione di interventi chirurgici di rilievo.

Carenza di normative specifiche nella NORA

Diverso è invece il panorama normativo della NORA, acronimo di Non Operating Room Anesthesia, che indica le procedure di sedazione (lieve, media e profonda), di anestesia loco-regionale e di anestesia generale (inalatoria o endovenosa) applicate in ambienti diversi dalla sala operatoria convenzionale. Qui la carenza di normative uniformi lascia spazio a pratiche diversificate su base regionale. Tale eterogeneità nelle procedure evidenzia la necessità di regolamentazioni chiare ed uniformi, condivise su scala nazionale che garantiscano standard omogenei per salvaguardare la sicurezza dei pazienti in tutti gli ambiti chirurgici: è, infatti, sempre più frequente che operazioni denominate a bassa complessità siano condotte al di fuori delle sale operatorie convenzionali.

L’impiego delle procedure in NORA consente di migliorare la gestione della mobilità dei pazienti all’interno dell’ambiente sanitario, ottimizzando il percorso di cura e razionalizzando l’uso delle risorse disponibili, sia in termini di strutture che di personale medico e infermieristico. Ciò si traduce in una diminuzione della durata media delle degenze e in un incremento della produttività complessiva delle strutture sanitarie.

L’evoluzione normativa e il contributo delle società scientifiche

Pur trattandosi di procedure considerate a bassa complessità, la NORA prevede un atto anestesiologico a tutti gli effetti e, in quanto tale, deve rispondere a chiari e definiti requisiti di sicurezza.

Nel 2004, di fronte alla carenza di indicazioni a livello nazionale, l’Emilia Romagna con la DGR 327 – del 2004 ha adottato le linee guida dell’ASA (American Society of Anesthesiologists) per la NORA. Queste includono requisiti organizzativi, strutturali e tecnologici che coprono tutte le tecniche anestesiologiche, dalla sedazione profonda all’anestesia loco-regionale e generale, con possibili combinazioni.
È nel 2005 che assistiamo all’inizio di una trasformazione normativa, con la pubblicazione delle Raccomandazioni della Società Italiana Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva – SIAARTI sull’esecuzione di anestesia e sedazione al di fuori delle sale operatorie a cui fanno seguito nel 2013 altre raccomandazioni organizzative congiunte a livello nazionale da parte di organizzazioni e società scientifiche come AAROI-EMAC, SIAARTI e SIARED.

L’accento sulle raccomandazioni sottolinea pertanto l’importanza di norme vincolanti per stabilire standard uniformi e garantire la sicurezza nell’anestesia al di fuori della sala operatoria, che si tramutano nel 2015 in una comunicazione ufficiale (nr. Prot. 119/2015) da parte di AAROI-EMAC, SIAARED, SIAARTI e SIAATIP di “Richieste urgenti al Ministero della salute in merito a prestazioni anestesiologiche svolte fuori dalla sala operatoria (NORA)” dove vengono evidenziati tre punti in particolare:

  • la richiesta di vietare l’utilizzo del termine sedazione nel caso di utilizzo di farmaci ipnotici;
  • vietare e prevedere sanzioni in caso di abuso per utilizzo di alcune tipologie di farmaci;
  • la predisposizione e soprattutto la vigilanza sul rispetto dei requisiti minimi strutturali, tecnologici e organizzativi di dotazioni farmacologiche e di personale.

La gestione dei sinistri nell’ambito dell’anestesia fuori dalla sala operatoria

Nel vuoto normativo, la gestione dei sinistri solleva dubbi sulla responsabilità e sui risarcimenti, con indicazioni tecniche tratte dalle normative delle sale operatorie. L’assenza di protocolli istituzionali condivisi espone a rischi e responsabilità medico-legali i professionisti sanitari, quando privi di chiare indicazioni operative. Tra i rischi correlati troviamo la prevenzione delle infezioni, il monitoraggio dell’aria, l’utilizzo di gas anestetici, l’esposizione degli operatori, le norme riguardanti pulizia, sanificazione e disinfezione delle superfici.

Relyens, come gestore dei rischi nel settore sanitario, sottolinea l’importanza cruciale dell’aderenza agli standard di sicurezza, considerandola un requisito fondamentale. Questo impegno va oltre una mera formalità, poiché mira a promuovere un costante miglioramento agendo come partner strategici, guidando le strutture attraverso un percorso di evoluzione positiva, potenziando le pratiche operative, implementando procedure ottimali e gestendo attivamente i rischi. L’obiettivo è garantire standard di qualità e sicurezza di alto livello. Una sinergia che promuove una cultura della sicurezza e dell’eccellenza, contribuendo al benessere degli operatori sanitari e alla sicurezza dei pazienti.

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