Tabelle Uniche Nazionali: cosa cambia per la sanità e per la gestione del rischio
L’introduzione delle Tabelle Uniche Nazionali (TUN) per la liquidazione del danno biologico rappresenta un passaggio normativo di grande portata, atteso da oltre vent’anni. Una novità che tocca direttamente il settore sanitario e che coinvolge in modo significativo chi si occupa di gestione del rischio e sinistrosità. Per comprenderne l’impatto, abbiamo raccolto le riflessioni di Claudia Maiolo, Claims Director di Relyens, e degli avvocati Massimiliano Scipioni e Giuliana De Matteis dello Studio Scipioni, partner di lungo corso di Relyens anche sul piano formativo.
Che cosa sono le Tabelle Uniche Nazionali
“Si attendevano da almeno due decenni,” esordisce Massimiliano Scipioni, “sin dall’introduzione dell’articolo 138 del Codice delle Assicurazioni. L’obiettivo dichiarato è quello di garantire omogeneità e prevedibilità nella quantificazione del danno biologico permanente tra il 10% e il 100%.”
Fino ad oggi, infatti, la liquidazione di tali danni si basava su tabelle elaborate dai tribunali, principalmente quelle di Milano e Roma, in assenza di un riferimento unico nazionale. Come spiega Giuliana De Matteis, “si trattava di strumenti di matrice pretoria, dunque spesso variabili a seconda del foro competente e in ogni caso non vincolanti. La nuova Tabella, invece, rappresenta uno strumento normativo vincolante e inderogabile in materia di risarcimento del danno non patrimoniale da macrolesione nell’ambito RCA e RC sanitaria, valido e uniforme su tutto il territorio italiano”.
Nel merito, la TUN si fonda sul sistema a punto variabile in funzione dell’età e del grado di invalidità, similmente alla tabella milanese. Nella TUN il valore economico del punto è funzione crescente del grado di invalidità, e l’incidenza della menomazione sugli aspetti dinamico-relazionali della vita del danneggiato cresce in modo più che proporzionale rispetto all’aumento percentuale assegnato ai postumi.
Continua De Matteis: “Per converso, in analogia con l’ultima edizione della tabella romana, la componente del danno morale da lesione all’integrità fisica, è rappresentata da un incremento in percentuale e in via progressiva per punto di invalidità e si declina, in tre fasce di oscillazione: minimo, medio, massimo – in questo caso però declinate secondo tre separate tabelle. È infine prevista la possibilità di incremento del danno biologico nella sua componente dinamico relazionale fino a massimo il 30% a titolo di personalizzazione”.
Tabella Unica Nazionale, cosa cambia per le strutture sanitarie
Secondo Claudia Maiolo, le strutture sanitarie aspettavano da tempo un quadro più stabile e prevedibile. “Uno dei problemi maggiori era legato all’imprevedibilità nei risarcimenti, non tanto sulla risarcibilità in sé quanto sui criteri di quantificazione” sostiene. “Questo creava incertezza sia nei contenziosi, sia nella negoziazione ante causam”.
L’entrata in vigore della TUN segna quindi una svolta attesa da molti anni. “Stabilire parametri uniformi in tutta Italia permette di avere maggiore certezza nella fase negoziale, di gestione e di riservazione dei sinistri da parte sia delle compagnie sia delle strutture che operano in parziale o totale autoritenzione del rischio”, aggiunge De Matteis. “Fermo restando che, lo si rammenta, la TUN riguarda il solo danno non patrimoniale (biologico/dinamico relazionale e morale) derivante da macrolesione, mentre per le altre voci di danno quale soprattutto il danno da perdita parentale, continueranno, almeno per il momento, ad essere applicabili le tabelle pretorie”.
Un’altra questione aperta è quella relativa all’applicazione temporale. “Il legislatore ha previsto che le nuove regole si applichino ai sinistri verificatisi dopo il 5 marzo 2025,” sottolinea Scipioni, “ma la giurisprudenza di merito sta già mostrando interpretazioni divergenti, con corti che tendono ad applicare le nuove tabelle anche a casi precedenti, invocando criteri equitativi.”
Per Claudia Maiolo si tratta di un passaggio da monitorare attentamente: “Nel settore della responsabilità civile medica, la nozione stessa di sinistro è più complessa rispetto all’RC auto, dove le prime applicazioni sono già partite. È importante che anche in sanità la magistratura applichi in modo coerente la TUN, che ha valore di legge e come tale va rispettata.”
L’impatto della Tabella Unica Nazionale sul risk management
A livello di gestione del rischio sanitario, l’introduzione della TUN ha impatti trasversali. “Per un assicuratore,” afferma Maiolo, “è fondamentale sviluppare una visione condivisa. La TUN non è solo un tema normativo, ma operativo. Per questo è indispensabile che ci sia un’uniformità interpretativa anche all’interno dei team . Di qui il ruolo nevralgico della formazione interna che stiamo perseguendo anche con il prezioso contributo dello Studio Scipioni.”
“Dal punto di vista dei claims,” sottolinea Scipioni, “si apre la possibilità di lavorare con maggiore chiarezza, facilitando la gestione delle riserve, la liquidazione e il dialogo con le controparti. Ma restano margini di discrezionalità, specialmente per il danno morale, che non è suscettibile di accertamento medico-legale e che, nel contenzioso, soggiace spesso alla prova presuntiva in rapporto all’entità del danno biologico patito”
De Matteis fa notare come, proprio in ragione di ciò, soprattutto nella fase ante causam, sia fondamentale poter adottare strumenti condivisi per la valutazione in concreto della sussistenza e dell’entità di una voce di danno, quale quella morale, non obiettivabile tramite un accertamento medico legale.”
La formazione erogata a Relyens
Per affrontare queste complessità, Relyens ha investito in un percorso formativo dedicato, affidato allo Studio Scipioni. “Abbiamo strutturato l’intervento in modo da fornire sia un inquadramento giuridico sia un confronto diretto tra le vecchie e le nuove tabelle,” racconta Scipioni. “Abbiamo anche presentato i primi dati giurisprudenziali aggiornati, portando in aula sentenze emesse meno di una settimana prima dell’incontro.”
Il focus è stato duplice: da un lato chiarire i fondamenti normativi, dall’altro fornire una lettura economica e operativa delle nuove liquidazioni. “Abbiamo simulato l’impatto economico del passaggio dalla tabella milanese e/o romana alla TUN,” aggiunge De Matteis, “e mostrato le conseguenze concrete per fasce risarcitorie basse, medie e alte.”
Il coinvolgimento del team Claims guidato da Claudia Maiolo è stato elevato e stimolante. “Le domande, come in ogni occasione formativa sino ad ora svolta con il team, sono state puntuali, pertinenti” conferma Scipioni. “Molte si sono concentrate sull’applicazione intertemporale, sull’ambito di validità e, naturalmente, sulla valutazione del danno morale.”
Per Maiolo, la formazione non è un’opzione, ma un’esigenza continua: “Abbiamo già ipotizzato un follow-up formativo insieme allo Studio. La normativa è appena entrata in vigore, ma è destinata a evolversi e ad arricchirsi di nuove interpretazioni. Restare aggiornati sarà fondamentale per garantire coerenza e rigore nella nostra attività quotidiana.”
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